Champagne, caso Palmer: Bruno Paillard contro tutti per la difesa del marchio

Bruno Paillard fa sul serio. Sono confermate le sue dimissioni da presidente della Commission protection de l’Appellation, un tempo nota come Commission Appellation et Communication Champagne (CACC). Un ruolo che Paillard ricopriva da 17 anni.

La decisione è dovuta all’accordo di distribuzione negli Usa sottoscritto dalla cooperativa francese Champagne Palmer con TRU Estates and Vineyards, divisione di vini pregiati di Constellation Brands che nel suo portafoglio ha anche l’italiana Ruffino Estate.

Tru Estate è una delle aziende contro le quali Paillard, nel suo ruolo di presidente della Commissione di protezione della denominazione Champagne, si è scagliato negli ultimi anni per via della commercializzazione di migliaia di bottiglie di spumanti californiani col marchio “Champagne”.

Si parla di qualcosa come 80 mila bottiglie, distribuite localmente da Constellation Brands, ma anche da Korbel ed E & J Gallo Winery. Un “fake” che ha dell’incredibile, reso possibile dalla mancanza di accordi internazionali di protezione del brand, tra Europa e Stati Uniti.

Paillard, che ha comunicato le sue dimissioni durante un’intervista al quotidiano francese l’Union, non ha usato mezze parole contro la cooperativa francese Champagne Palmer.

“E’ una pugnalata alle spalle”, ha detto. “Non sarebbe una perdita per lo Champagne se Palmer scomparisse, trascinata nella sua pazza arroganza. Non è indispensabile e farebbero bene a rendersene conto”.

Nei 17 anni di presidenza della CACC, il produttore di Reims ha speso energie infinite nella difesa del marchio Champagne, incontrando politici, deputati e senatori americani. “Tutto questo per essere poi traditi”, ha chiosato.

Le dimissioni saranno effettive dal 25 luglio e difficilmente potranno essere ritirate. L’accordo tra Champagne Palmer e TRU Estates and Vineyards è stato siglato il 23 maggio a San Francisco. Oltre un mese di trattative, lontane dai microfoni, non sono servite a Paillard per far cambiare idea alla cooperativa Palmer.

“Non eravamo lontani dal raggiungere un accordo con almeno una delle aziende californiane che commercializzano spumanti col nome di Champagne – ha evidenziato Paillard – ma con questo tradimento abbiamo perso credibilità”.

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